Buongiorno a tutti!
Seconda settimana negativa per
tutti i listini mondiali che oltre ad essere influenzati come al solito dai
dati della pandemia, sono stati influenzati anche da importanti scadenze
tecniche che hanno portato ad un atteggiamento difensivista ed alle notizie
provenienti dalla Cina con la crisi del colosso immobiliare Evergrande, ormai
sull’orlo del default schiacciato dall’enorme mole di debiti che difficilmente
riuscirà ad onorare. Questo insieme di cose unito all’attesa della prossima
riunione della FED in programma per il 21 e 22 settembre ha portato i
mercati a ritracciare. Questo tipo di cali si sono manifestati anche negli
scorsi mesi di maggio e luglio ed hanno rappresentato fino ad ora una base per
una ripartenza, per cui bisognerà osservare attentamente gli sviluppi delle
prossime settimane.
Il clima di incertezza riguarda
anche la componente obbligazionaria ed in particolare quella europea che fino
ad ora non aveva risentito dell’aumento dei rendimenti americani mentre
nell’ultima settimana, questo aumento ha interessato anche l’Europa; infatti il
decennale tedesco è passato da un rendimento di -0,50% ad uno del – 0,25%,
mentre il BTP decennale ha toccato un rendimento del 0,75 %, il tutto con il
conseguente abbassamento dei prezzi.
Come potete vedere uno scenario
di non facile lettura in cui sembra che il picco della crescita post Covid sia
alle spalle e la domanda è: quale forza avrà ancora, in presenza anche di una
inflazione derivata dall’aumento delle materie prime che negli USA è arrivata
al 5%. Questa fiammata inflattiva per adesso viene considerata temporanea, ma
in America sta in parte riflettendosi sui salari (mancanza di manodopera) e se
questo processo continuasse rischierebbe di trasformare la fiammata
dell’inflazione in qualcosa di più strutturale con conseguenti aumenti dei
tassi ed è per questo che tutti aspettano le prossime mosse della FED.