Il punto della settimana finanziaria del 26/11/2021borsa
Buongiorno a tutti. La settimana appena trascorsa potrà essere ricordata a ragion veduta come quella del Black Friday , infatti grazie alla variante sudafricana si è materializzato un vero e proprio venerdì nero. Settimana di debolezza per i principali indici azionari, con le borse in arretramento nel breve in maniera geograficamente omogenea. L’indice globale scende infatti del 2,7%, stoppando di fatto la lunga corsa dei listini iniziata nelle prime settimane di ottobre e che in realtà aveva cominciato già a denotare qualche segnale di consolidamento. Il principale indice americano, l’S&P 500, per diverse settimane di novembre aveva infatti incontrato ostacoli e resistenze tecniche in area 4.720, avendo necessità di rifiatare e scaricare qualche elemento di stress negli indicatori di breve. Il ritracciamento dell’indice americano è stato del 2,2% nel saldo settimanale e le quotazioni si sono dirette verso i supporti tecnici più ravvicinati. Fa il paio con questo movimento, il forte spyke rialzista del Vix (l’indicatore di volatilità del mercato), che si riporta con rapidità verso area 30, un target di arrivo già testato in diversi momenti del 2021. A determinare, verso fine ottava, il tratto di movimento più forte sono state le notizie riguardanti lo sviluppo della pandemia a livello globale, con gli investitori che hanno rapidamente mutato il loro sentiment dopo la conferma della diffusione di una nuova variante del Covid-19. Secondo le ultime notizie, la variante di origine sudafricana avrebbe un tasso di contagiosità molto elevato e sarebbe caratterizzato da un numero elevato di mutazioni nella sua conformazione, fattori che hanno portato diversi governi a intervenire con blocchi nei voli internazionali. Notizie che hanno da subito depresso le borse asiatiche già nelle prime ore della giornata di venerdì e che poi via via ha coinvolto gli altri listini. In ambito materie prime, debolezza marcata per i metalli preziosi, indeboliti sia dal rialzo dei tassi reali (che ha ‘debilitato’ l’oro, tornato in area 1.800 Dollari l’oncia) ma anche per i timori sulla congiuntura (palladio -14%). Gli stessi che hanno ripoortato il prezzo del petrolio in area 68$ (-10%), in pieno ritracciamento ribassista. Migliore la tenuta per metalli industriali e, soprattutto, per le materie prime agricole.