Il punto della settimana finanziaria del 19/11/2021
Buongiorno a tutti.
La settimana appena trascorsa è stata ancora una volta influenzata dalla pandemia specie sul finire della stessa. Settimana di borsa altalenante per i principali indici azionari, con diversi listini ancora in fase di consolidamento come nella precedente ottava. Buona parte delle borse sono reduci dal rally partito ad inizio ottobre, un movimento che ha consentito in molti casi di aggiornare i livelli dei massimi storici o quanto meno di periodo. Un upside sostanzioso che per i paesi sviluppati risulta dai minimi dell’8-9% in media, con l’amplificazione particolare per il Nasdaq che dai minimi di inizio ottobre ha incamerato oltre il 14%, seguito (e in alcuni casi anche superato) da molte ‘nicchie’ tematiche di indole tecnologica che hanno ripreso ampio vigore proprio nell’ultimo mese. L’aumento dell’indice Vix (tornato appena sotto quota 20) fa trasparire qualche elemento di nervosismo, anche legato agli effetti che le nuove recrudescenze nei contagi possono avere sulla crescita globale. Nell’ambito dell’obbligazionario e delle politiche delle banche centrali restano molti interrogativi per gli investitori. Da un lato, infatti, il tam-tam dell’inflazione ‘galoppante’ e che si attesta su livelli che non si vedevano da decenni, è certamente uno degli elementi che più hanno caratterizzato l’attuale fase di mercato. In riferimento all’Eurozona, la presidente della BCE Lagarde ha detto che l’inasprimento della politica monetaria, in questo momento, rappresenterebbe un ‘vento contrario ingiustificato per la ripresa’, stoppando quindi view diverse da parte del mercato. Positivi quindi gli indici governativi mentre sono rimasti stabili quelli del corporate investment grade. Incerti gli high yield e complessivamente debole il debito emergente. Ancora debole il contesto delle materie prime, con il basket generale che perde posizioni soprattutto per la discesa del prezzo del petrolio, sceso sotto gli 80 Dollari al barile. Poco mossi i metalli industriali mentre tengono bene invece quelle agricole/alimentari. Oro in leggero calo dopo i rialzi, con un close appena sotto quota 1.850 Dollari l’oncia.