Il punto della settimana finanziaria del 10/09/2021

Buongiorno a tutti!

Settimana di borsa debole per i principali indici internazionali, con saldi negativi piuttosto generalizzati. L’indice azionario MSCI World chiude infatti l’ottava scendendo di un 1,30%, interrompendo il clima di buonumore che si era diffuso tra gli operatori da fine agosto, quando il presidente della Fed Powell aveva smorzato qualche elemento di nervosismo in tema di politica monetaria. L’onda lunga di Jackson Hole ha portato l’S&P 500 a toccare nuovi massimi (top a 4.545 punti), evidenziando al contempo il bisogno di fisiologici ritracciamenti e rifiatamenti. Wall Street ha abituato in questi mesi a mantenere il proprio trend regolare, intervallando fasi di volatilità più accentuate (con ‘spyke’ del Vix, indice della volatilità, fino a quota 25-30) ma sempre rientrate verso soglie più contenute. Gli indici USA affrontano ora un quadro misto in tema di sentiment: da un lato le incognite legate alle decisioni di politica monetaria, dall’altro tutte le tematiche inerenti al momentum della crescita economica. Nell’ottava appena conclusa il principale indice americano, l’S&P 500, è sceso al di sotto dei 4.500 punti, abbozzando una contenuta fase di ritracciamento, simile, per il momento, a quanto visto nelle fasi di debolezza da inizio anno (i passivi temporanei si sono attestati infatti tra il -2% e -5%). Logico pensare che parte del mercato voglia affrontare le prossime settimane con un atteggiamento più prudente, facendosi trovare meno esposta al meeting Fed del 21/22 settembre oltre alle scadenze tecniche di metà mese. In negativo anche il Nasdaq (-1,35%) che aveva mantenuto finora una migliore forza relativa, grazie alla situazione di generale stazionarietà dei tassi di interesse e alla composizione del paniere, più ‘protettivo’ se si parla di emergenza sanitaria Covid per la presenza di titoli growth o ‘stay at home’. Nell’ultima seduta settimanale, però, è stata Apple (per una sentenza sfavorevole) a stornare dai massimi. Negli USA la variante Delta risulta ancora particolarmente aggressiva, con un aumento dei contagi e una campagna vaccinale che, dopo un buon inizio, ha rallentato in modo vistoso. Motivo che sta portando il Presidente Biden a imprimere una accelerazione su vaccini e test per evitare un autunno all’insegna delle chiusure di parte delle attività economiche. I segni meno di Wall Street si sono visti anche in Europa (Stoxx 600 -1,17%) con gli indici tutti in negativo. L’effetto trascinamento per il Vecchio Continente è dovuto anche alla maggiore debolezza dei settori ‘value’, penalizzati dalle tematiche legati al Covid e alle ripercussioni che queste potrebbero avere per l’economia globale. Tra i tematici segni meno marcati su auriferi, biotech, energie pulite e nicchie tech, in ritracciamento dopo i buoni guadagni delle scorse settimane. Tra le altre borse: ancora progressi per il Nikkei (+4,3%) dopo l’annunciata uscita di scena dell’attuale presidente Suga mentre i paesi emergenti hanno mostrato un andamento misto nelle varie aree. Gli indici cinesi tentano il recupero pur mantenendo una volatilità sostenuta a causa dei continui interventi del governo di Pechino (questa volta sul settore gaming). Vix in una nuova fase di spyke verso l’alto, con una chiusura sopra quota 20. In ambito materie prime, moderato progresso per l’indice, frutto dei netti segni positivi per le materie prime industriali (soprattutto l’alluminio +8%) e dei ritracciamenti invece di materie prime preziose (oro di nuovo sotto quota 1.800, anche per la forza del Dollaro). Petrolio che chiude in leggero tono positivo, mantenendosi appena sotto i 70 Dollari al barile. 

Aspettiamo quindi la riunione della FED del 22/09 dalla quale potrebbe emergere un quadro più chiaro sulla tendenza dei prossimi mesi e quindi per poter apportare eventuali modifiche ai portafogli.

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